La progettazione partecipativa è un approccio che può arricchire il co-design e la UX experience. Scopri in cosa consiste e perché è importante.
Index
- Basi e principi della nostra progettazione partecipativa
- Fasi e strumenti: l’esempio Birò
- Estrima Birò: l’applicazione del metodo
- Fase 1: Analisi preparatoria
- Fase 2: Definizione di obiettivi e attività
- Fase 3: Giornate di workshop
- Fase 4: elaborazione, prototipazione e test
- I vantaggi della progettazione partecipativa
Il design partecipativo è un approccio collaborativo alla progettazione che coinvolge tutti i soggetti interessati in un servizio, sia quelli che lo offrono che quelli che lo utilizzano. Il processo consente alle aziende di affrontare e superare le sfide, individuare soluzioni e sviluppare prototipi con il coinvolgimento degli utenti reali.
Il metodo si basa su workshop personalizzati, che divengono opportunità strategiche quando si richiede l'implicazione di molti stakeholder con competenze, conoscenze e livelli operativi diversi. Gli stakeholder collaborano e integrano le informazioni a loro disposizione per definire azioni concrete per i successivi stadi di sviluppo. La partecipazione congiunta consente di creare un'armonia tra le varie competenze, orientandole verso un unico obiettivo. Il valore del workshop risiede nella sua natura creativa e partecipativa, che consente ai diversi attori di sentirsi parte integrante della soluzione proposta.
Basi e principi della nostra progettazione partecipativa
Il nostro approccio alla progettazione partecipativa si ispira alle metodologie del design thinking e del design sprint, delle quali abbiamo fatto nostri tecniche e strumenti che di volta in volta modelliamo e personalizziamo per poter ottenere le risposte che stiamo cercando e, perché no, aprire a nuovi scenari prima mai considerati.
I nostri 3 principi della co-progettazione sono:
- User centered design: in ogni fase del processo mettiamo al centro bisogni e volontà degli utenti al fine di mapparne i desiderata e massimizzare l’usabilità del prodotto/servizio, riducendo tempi ed errori
- Sprint execution: creiamo agende di attività studiate nel dettaglio con il fine di realizzare e testare dei prototipi reali per osservare le esperienze di interazione degli utenti e migliorarne la fruizione.
- Creative problem solving: supportiamo il pensiero creativo e la ricerca di soluzioni innovative lavorando tramite attività divergenti di generazione di idee, senza limitazioni, per poi passare ad una fase convergente di definizione della soluzione dominante che possa realmente rispondere alle esigenze degli utenti.
Fasi e strumenti: l’esempio Birò
Estrima Birò: l’applicazione del metodo
Un progetto per noi esemplificativo dell’applicazione del metodo in questione è Estrima Birò: una realtà con cui collaboriamo dal 2020 per attività di rebranding, social media management, campagne e attività di marketing e seo.
Estrima Birò è un'azienda automotive che fa della mobilità green alternativa il suo credo. Birò è la quattro ruote elettrica più piccola al mondo che semplifica la vita ai guidatori. Si tratta di un’azienda franchising in Europa con sedi in Italia, Francia e Olanda, paese nel quale il Birò, presente dal 2013, è diventato la metonimia di minicar elettrica.
La richiesta di Birò era la creazione di un sito multicountry e multilingua che valorizzasse l’offerta e il brand, e che unisse le diverse necessità commerciali delle branches facenti parte del gruppo. Si trattava per noi di una sfida interessante da affrontare in quanto richiedeva non solo di interfacciarci con interlocutori provenienti da diverse parti d’Europa, ma soprattutto imponeva di fare tabula rasa di tutti i concetti e pre-concetti accumulati in questi anni di collaborazione.
Il nostro approccio al progetto programmatico è suddiviso in:
- Analisi as is preparatoria
- Definizione degli obiettivi e delle attività
- Giornate di workshop in co-design
- Elaborazione dei risultati, prototipazione e test
Ma seguiamo i nostri step progettuali.
Fase 1: Analisi preparatoria
L’analisi preparatoria è il fondamento su cui basare la definizione delle attività da proporre ai tavoli di co-progettazione.
In questa fase viene effettuata un'analisi preliminare dello stato attuale e dell'arena competitiva del cliente, al fine di comprendere il contesto in cui si sviluppa il progetto.
Questa fase di analisi accurata dei requisiti è essenziale per raggiungere gli obiettivi prefissati, mantenere i confini stabiliti e massimizzare le opportunità. La comprensione delle esigenze del target, del prodotto, del contesto e della competitività del mercato sono fattori critici in questa fase perché è solo con un'attenta valutazione di questi fattori che si possono individuare le specifiche esigenze dell’utente e i suoi bisogni.
Per Birò dunque il primo passo si è focalizzato sull’analisi di similarità e differenze tra le varie branches, abbiamo analizzato i siti web, i tone of voice, i messaggi di comunicazione, le interfacce utente, la comunicazione grafica del brand. Sono emerse molte differenze non solo a livello grafico e comunicativo, ma soprattutto in merito all’offerta di prodotti e servizi, nettamente diversa da paese a paese.
Porsi ulteriori domande è solo un passaggio naturale e indispensabile, per arrivare ad ottenere davvero delle risposte: quanto sanno le branches le une delle altre? Quali idee e valori condividono i manager sul prodotto e sul brand? Ci sarà una visione condivisa? O gli obiettivi di business sono differenti? Quali sono gli elementi di diversità che definiscono le country? La ricerca di risposte attorno a questi temi deve diventare il focus attorno al quale decidere l’organizzazione delle giornate, la definizione degli strumenti e delle attività.
Fase 1: Analisi preparatoria
Il primo passo pratico? La definizione di un questionario da sottoporre ai partecipanti, allo scopo di incrociare i risultati, definire aree comuni e non, per ottenere insights e ulteriori chiavi di lettura al fine di attuare un solido piano d’azione.
Fase 2: Definizione di obiettivi e attività
Passiamo poi a definire gli obiettivi e le attività. È importante decidere in anticipo cosa deve essere esplorato durante i workshop, chi saranno i partecipanti, quali le sessioni e l’agenda delle attività. Grazie ai questionari abbiamo potuto apprendere che le aspettative e i bisogni delle branches erano chiaramente differenti. Abbiamo dunque proposto attività che portassero i partecipanti a dialogare ed ascoltarsi riguardo le loro differenti visioni, bisogni, singolarità ed esperienze rispetto alla seniority e alle country di appartenenza. ll risultato è stato quello sperato: non solo abbiamo portato a casa dei risultati progettuali, ma abbiamo contribuito a far si che si creasse chiarezza e una visione comune.
Gli obiettivi in pratica:
- definire e mappare le esigenze delle varie filiali
- identificare sezioni comuni tra corporate e filiali ed esigenze univoche
- definire l’architettura informativa e funzionale del progetto
Fase 3: Giornate di workshop
Durante le giornate di workshop, è possibile utilizzare diverse attività per ottenere informazioni utili e creare soluzioni. Alcune delle attività comuni includono focus group, journey map, user personas, swot analysis, sketch in 4 fasi, card sorting, ed un’infinità di altri esercizi che vanno di volta in volta selezionati e talvolta customizzati per le necessità dei singoli progetti.
Grazie alle attività proposte abbiamo compreso molto più a fondo l’ecletticità del prodotto stesso e di come esso dovrà essere ben comunicato ai diversi target, andando a toccare corde diverse per ognuno; abbiamo capito che le esigenze delle branches non erano dettate solo dalle anzianità, ma le diverse visioni sui target e gli obiettivi del progetto erano definite da differenze demografiche, economiche e geografiche e dunque alle singolarità della micromobilità non solo dei singoli paesi ma delle singole città nelle quali Birò è presente; si è compreso che se a livello web il filone narrativo del prodotto e il filone narrativo del brand avevano sempre viaggiato su due binari separati, era arrivato il momento di creare un unico binario, al fine di coniugare non solo esigenze tecniche ma anche esperienziali.
Alcune delle attività portate ai tavoli sono state:
- definizione di target e goal e l’unione dei due elementi
- individuazione di opportunità tramite l’esercizio “how might we…”
- mappatura dei touchpoint dell’esperienza utente
- sketching
- cardsorting
Fase 4: elaborazione, prototipazione e test
Alla fine delle sessioni di lavoro, è necessario procedere con l'elaborazione, la prototipazione e i test delle soluzioni individuate, al fine di garantire la fattibilità e l'efficacia del progetto. Questa fase consente di comprendere se la soluzione sviluppata sia in grado di soddisfare le esigenze dei clienti e risolvere il problema iniziale.
Grazie all’attività di sketching e card-sorting attuate durante i workshop abbiamo avuto l’occasione di far visualizzare ai partecipanti quelle che, fino a quel momento, erano state solo delle idee astratte o dei concetti difficili da utilizzare e concretizzare.
Si tratta di strumenti molto utili per mettere a terra, assieme agli utenti, funzionalità ed interazioni e per poter comprendere assieme quale dovrà essere il focus di strategie future e quali i canali giusti da sfruttare. Presi in mano tutti gli sketch e le nozioni accumulate in due giorni di lavoro condiviso, abbiamo potuto elaborare dati e informazioni per poter strutturare una sitemap di navigazione il più intuitiva possibile e comprensiva delle risposte ai bisogni fatti emergere dai partecipanti.
Il passo successivo sarà la stesura dei primi wireframes prototipati e ora… non ci resta che testare!
I vantaggi della progettazione partecipativa
Scegliere di affrontare un progetto, o una specifica parte di un progetto, tramite la progettazione collaborativa è una decisione che porta ad una maggiore consapevolezza interna dell’intero sistema dentro al quale il progetto si inserisce e dunque ad un arricchimento innovativo che nasce grazie alla collaborazione attiva e non da un ascolto passivo.
Per l’azienda i benefici di questo metodo sono numerosi: i problemi e le sfide vengono affrontati secondo punti di vista nuovi e diversi e questo porta ad una migliore qualità degli output e delle decisioni prese; il coinvolgimento di diverse figure interne ed esterne all’organizzazione aziendale permette un confronto aperto che porta a stimolare la creatività e i processi di innovazione; infine, i costi del progetto digitale vengono ridotti grazie ad un approccio che ottimizza i tempi del progetto in quella fase esplorativa iniziale, riuscendo a restringere in pochi giorni mesi di lavoro.
La coprogettazione in definitiva permette di poter passare dall’idea al prodotto concreto in modo rapido, efficace e onnicomprensivo, ed è la strada giusta da prendere quando si è alla ricerca di risposte ad una situazione di cambiamento.