Scopri quali sono i criteri che Google applica per valutare se un contenuto è o meno di qualità.
Google non ha mai fatto mistero dei suoi sforzi volti ad adottare criteri efficaci nel valutare la qualità dei contenuti, allo scopo di restituire nella serp (la pagina dei risultati di ricerca) i contenuti più adatti a soddisfare le esigenze degli utenti.
Ma il concetto di qualità per Google può differire da quello che applichiamo per noi stessi.
Come Google valuta la qualità
Le Linee Guida per i Quality Rater di Google forniscono istruzioni ai Quality Rater (le persone fisiche incaricate di testare i risultati offerti da Google) su come valutare la qualità dei siti web. L'obiettivo di queste raccomandazioni è perfezionare l'algoritmo di ricerca di Google e garantire agli utenti un'esperienza di ricerca sempre migliore. Applicando queste linee guida come riferimento, i valutatori di qualità effettuano controlli casuali per verificare se i siti web visualizzati nei risultati di ricerca sono pertinenti e utili agli utenti.
Sotto la voce Page Quality Rating Considerations delle Linee Guida di valutazione della qualità di Google troviamo indicazione dei fattori da prendere in considerazione per la qualità:
- lo scopo della pagina
- l’argomento della pagina e se esso ricade negli ambiti YMYL (Your Money, Your Life) i
- l tipo di sito web
- le informazioni fornite
- il titolo della pagina
- il ruolo delle ads nella pagina
- la reputazione del sito web e del content creator
- la rispondenza a criteri E-E-A-T (Experience, Expertise, Authoritativeness, Trustworthiness)
La qualità è uno dei fattori principali che influenzano quasi ogni aspetto della ricerca, secondo una recente discussione tra John Mueller e Gary Illyes del Google’s Search Relation Team. La qualità del contenuto non influenza automaticamente il ranking, ma incide sul modo con cui Google interagisce con un sito, dalle sitemap ai fattori diretti di posizionamento. Oltre a ciò, possiamo dedurre anche una serie di indicazioni su come approcciarci a diversi aspetti che riguardano il concetto di “qualità secondo Google”:
- Le varie parti del sito possono avere una diversa qualità rispetto alle altre e, a una qualità più bassa, può corrispondere una frequenza di scansione minore
- I link di affiliazione non sono un problema se il contenuto associato è unico e di valore
- Se il contenuto di bassa qualità viene rimosso dal sito, il resto del sito potrebbe beneficiarne
Tuttavia, stando a quanto riferisce John Mueller in un suo tweet, “un contenuto che contiene molte informazioni può risultare di alta qualità per gli utenti ma restare comunque di poco valore per il web”. Il concetto di qualità per i canoni del web può quindi differire da ciò che il nostro buon senso ci suggerisce.
Quali sono i fattori alla base della qualità per Google
Nel 2011, Google aveva già espresso alcune indicazioni per la creazione di siti di alta qualità, tra le quali troviamo:
- trasmette fiducia al lettore è realizzato da un esperto o appassionato che conosce bene l’argomento non contiene contenuti duplicati o ridondanti, scarsamente differenziati
- non contiene errori ortografici
- gli argomenti sono realizzati sulla base degli effettivi interessi dei lettori e non allo scopo di ottenere ranking
- contiene informazioni originali
- la pagina è più utile delle altre presenti tra i risultati di ricerca
- offre più di un punto di vista in merito a una notizia
- il sito è riconosciuto come un’autorità in merito alla materia che tratta
Oltre a quelli sopra elencati, vi sono altri criteri che ruotano sempre attorno ai concetti di competenza, autorevolezza e qualità, ai quali si è aggiunta di recente l’esperienza. Il modello E-E-A-T- ora fa parte delle nuove linee guida per i valutatori della qualità di ricerca. Esse sottolineano quanto sia fondamentale creare contenuti originali e di valore per il pubblico. I quality rater di Google utilizzano queste linee guida per valutare le prestazioni dei diversi sistemi di classificazione della ricerca, ma esse non hanno un impatto diretto sul posizionamento. A parte ciò possono anche essere utili agli autori di contenuti che desiderano avere un’idea delle caratteristiche che i contenuti devono avere per ottenere successo nella Ricerca Google.
Lunghezza dei contenuti
Una diffusa credenza nel web marketing è quella che i contenuti composti da molte parole abbiano maggiori chance di posizionarsi meglio di quelli più brevi.
Anzitutto, il concetto di lunghezza estesa varia molto in base al settore, e non sempre un mare di parole è più utile di una risorsa concisa. Se siamo in cerca di un saggio approfondito sulla scoperta dell’America o di una guida accurata sul funzionamento del motore a scoppio, è legittimo aspettarsi in una risorsa esaustiva un testo lungo e approfondito che svisceri l’argomento in tutti i suoi punti principali. Se vogliamo capire come cambiare la password del nostro sito Wordpress, un articolo lungo migliaia di parole rischia di farci perdere tempo inutilmente e di farci uscire dal sito: molto meglio in questo caso una guida concisa passo-passo corredata di immagini e chiare indicazioni.
Inoltre, John Mueller, Webmaster Trends Analyst di Google, ha rivelato nell'agosto 2019 che "il conteggio delle parole non è un fattore di ranking". In ogni caso le Linee Guida dei Quality Rater non prevedono conteggio del numero di parole di un contenuto: se non se ne preoccupano loro, perché dovresti farlo tu?
Pertinenza allo scopo
Ogni sito web deve avere un obiettivo. Non importa quale sia questo obiettivo; ciò che conta è il valore aggiunto che tramite il sito viene creato per l'utente. Se un sito web non fornisce alcun valore aggiunto o è potenzialmente in grado di causare danni all'utente, verrà classificato con il livello di qualità peggiore.
Nelle sue linee guida, Google afferma che lo scopo principale del contenuto deve essere “fornire informazioni che qualcuno sta cercando”.
La tua risorsa di qualità quindi dovrebbe:
- rivolgersi in maniera precisa e concisa a un’ampia audience
- andare diretta al punto
- evitare oscure referenze che qualcuno non percepirebbe eliminare le fonti di confusione
Eliminare contenuti di bassa qualità
Abbiamo visto che l’alta qualità non è automaticamente sinonimo di migliore posizionamento. Al contrario, la bassa qualità è facilmente sinonimo di pessimo ranking, se non di vere e proprie penalizzazioni. Pertanto, comprendere quali sono i criteri che rendono un contenuto potenzialmente di scarsa qualità, ci aiuta a comprendere all’inverso come devono essere le risorse di valore.
I principali segnali di bassa qualità includono:
- titoli che non rispecchiano il contenuto
- presenza di eccessive ads, offensive o contenenti immagini grottesche
- fattori peggiorativi della navigazione: cattiva navigazione, lentezza di caricamento
- contenuti che veicolano messaggi di odio nei confronti di specifiche categorie di persone
Se il sito è difficoltoso da navigare e le pagine lente a caricarsi Google può abbassare la valutazione di qualità e di conseguenza il posizionamento. Occorre badare alla qualità della user experience assicurandosi che il sito sia ben navigabile da dispositivi mobile.
Adottare un tone of voice consono al target
Non sempre uno stile conversazionale e amichevole fa sentire il lettore a proprio agio. Una ricerca medica infarcita di slang giovanile perderebbe molto in credibilità, sei d’accordo? Un contenuto di valore è redatto in modo consono alle aspettative degli esseri umani ai quali è destinato. Un tono conversazionale e amichevole, ove appropriato, rende il contenuto più user friendly e viene incontro alle modalità di ricerca intuitive rese possibili grazie all’impiego dell’IA nella voice search.
Traffico non è sinonimo di qualità
Potremmo pensare che un contenuto che ci porta molto traffico sia anche di qualità, e di conseguenza che quelli che non rendono altrettanto bene siano di scarso valore, magari anche da rimuovere o de-indicizzare. Non necessariamente è così. Stando a quanto riferisce sempre John Mueller, il traffico non è sinonimo di qualità.
"Il traffico non è una misura dell'utilità o della qualità. Forse poche persone si pongono questa domanda? Dovreste conoscere al meglio i vostri utenti e l'argomento, ed essere in grado di fare questa scelta, non delegare la decisione a una metrica facile da misurare".
ribadendo ciò che aveva già affermato nel 2015:
“L'utilizzo del solo traffico di ricerca come indicatore della qualità del vostro sito web può funzionare a volte, ma non direi che questo sia il modo principale per valutare la qualità dei vostri contenuti.”
Quindi, occhio a denigrare i contenuti che macinano meno visite rispetto a quelli più blasonati: magari sono ugualmente molto preziosi, ma soltanto per una fascia ristretta di pubblico.
Alcune best practice di ottimizzazione SEO per contenuti di qualità
Il già citato John Mueller ci fornisce un’ulteriore concezione del concetto di qualità per Google:
"Quando si parla di qualità dei contenuti, non si intende solo il testo degli articoli. Si tratta della qualità del sito web nel suo complesso. E questo include tutto, dal layout al design. Ad esempio, come vengono presentate le cose nelle pagine, come si integrano le immagini, come si lavora con la velocità, tutti questi fattori entrano in gioco".
Perciò, impegniamoci nel rendere eccezionale la fruizione dei nostri contenuti a tutti i livelli. Alcune best practice utili per migliorare la qualità dell’architettura del sito comprendono:
- Mettere in noindex qualsiasi contenuto "sottile" (cioè contenuto con valore scarso o nullo)
- Distribuire i contenuti secondo una gerarchia facilmente comprensibile da Google e dagli utenti
- Assicurarsi che i contenuti siano perfettamente consultabili dai motori di ricerca
- Riscrivere i contenuti dal basso valore Inserire reindirizzamenti permanenti (301) dalle pagine di scarsa qualità verso le pagine più rilevanti Inserire link a risorse interne a tema
- Aggiornare periodicamente la sitemap XML per garantire la scansione dei nuovi contenuti
- Rimuovere le pagine non più necessarie (es. news obsolete, tutorial di software dismessi, ecc.)
- Rimuovere contenuti duplicati, link rotti, correggere pagine in errore 404 e altri fattori che possono rallentare la navigazione
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