Il restyling della strategia editoriale diventa nel tempo una necessità, è una importante sfida creativa e i casi studio più efficaci sono quelli basati sui dati. Se hai tempo per leggere un solo paragrafo ti consiglio “Strategia creativa data-driven”.
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Restyling! Ok…?
Quando si parla di restyling, buona parte delle volte vengono presi in considerazione il logotipo, l’immagine coordinata o il brand nella sua interezza. Un’azione di rinnovo però può non interessare solo l’immagine che il brand trasmette di sé, ma essere dedicata ai contenuti di cui si fa portavoce.
Nel caso specifico a cui ci faremo riferimento, quello di Alì Supermercati, il restyling ha interessato la strategia editoriale sui canali social: non solo l’aspetto più evidente dello stile visivo, ma anche temi e modalità di interazione con la community, ovvero formati e argomenti.
La sfida in questi casi non è solo creativa, ma anche strategica. Richiede idee potenti assieme ad una profonda comprensione del brand e della sua community, alla sensibilità di evolvere senza cambiare identità, aggiornarsi rimanendo riconoscibile.
Perché un restyling diventa una necessità?
Aggiornare contenuti e linguaggio visivo diventa nel tempo una necessità improrogabile. Indipendentemente che si assuma la prospettiva del brand o dell’agenzia che lo supporta, perché fare lo sforzo di mettere in discussione regolarmente quanto si sta facendo? In primo luogo, per rimanere rilevanti: non annoiare o cadere nell’obsolescenza, mostrare di essere connessi al tempo presente; nel concreto: rispondere a ciò che le persone cercano, oggi. Oltre a questi valori intangibili, il restyling si attua concretamente per le performance: tutte le strategie sono perfettibili, e quelle “perfette” non sono comunque eterne.
La community, i canali, il contesto storico, tecnologico e di mercato cambiano. Soprattutto, evolve il brand stesso (se sta facendo un buon lavoro).
Ogni quanto va attuato un restyling della comunicazione?
Questo dipende molto dal settore, dalla frequenza di posting e dalla complessità del content mix, ma un’ordine di grandezza ragionevole per un brand B2C potrebbe essere annuale, con alcuni aggiustamenti in corsa ogni due trimestri. Al di là della frenetica necessità di rimanere rilevanti, è importante considerare finestre temporali che forniscano dati sufficientemente affidabili.
Strategia creativa data-driven
INSTAGRAM ≠ FACEBOOK
Quando ci siamo seduti al tavolo per definire il makeover di Alì Supermercati sui social, siamo partiti da una domanda tanto semplice quanto facile è dimenticare di porsela: quali contenuti hanno performato meglio finora? Abbiamo preso il content mix dell’ultimo anno e suddiviso il numero di post per ciascuna categoria, poi abbiamo valutato di ognuna i KPI di reach, interazioni ed engagement rate. Ne abbiamo ricavato una “classifica” di temi e formati più efficaci, ma anche un curioso dato: le “classifiche” relative a Facebook e Instagram erano molto diverse, quasi opposte.
TRE CONCETTI ATTORNO A CUI COSTRUIRE
A guidare l’evoluzione dei temi sono stati definiti tre concetti portanti: vicinanza, inclusività alimentare, famiglia. Tradotto, significa offrire più contenuti di vera utilità ed ispirazione, considerare la diversità di esigenze della platea di consumatori, fornire idee per aiutare le famiglie -il nucleo come i singoli membri- nel quotidiano.
Formati: video, foto e grafica
Per quanto riguarda i formati, sono state identificate le necessità di potenziare la presenza di contenuti video, aggiornare lo stile della fotografia still life di prodotto, fare “pulizia” nella grafica. Abbiamo costruito su questi assiomi dei format di video in stop motion, contenuti 2D motion di breve durata, montaggi di girato di durata maggiore per i temi legati al sociale, rubriche sull’offerta stagionale e format fotografici per veicolare consigli utili in ambito domestico come fuori casa.
La revisione visiva: less is more
SINTESI E COLORE
Se dovessi definire due parole chiave che hanno guidato il rinnovo dello stile visivo, direi che sono “sintesi” e “colore”. Il risultato di un’operazione di sintesi e di un rigoroso uso dei colori è “impatto”. Gli addetti ai lavori sapranno che nell’ambito del mass market e in particolare della GDO proporre del minimalismo è un’operazione abbastanza coraggiosa, ma in questo abbiamo creduto e a guardare i profili social di Alì oggi i risultati sono chiari.
Una palette rinnovata
Abbiamo concepito una palette limitata di toni costruita attorno al colore corporate (arancione). Per intenderci su quanto delicata sia questa operazione, lo sviluppo ha interessato un arco di 5 mesi e diverse revisioni. Sono state introdotte 3 nuove tonalità, indicate le proporzioni d’uso di ognuna e normati tutti gli altri elementi visivi.
Non abbiamo introdotto i cambiamenti dall’oggi al domani, lo stiamo facendo in maniera progressiva. I migliori restyling sono forse quelli che vengono percepiti senza accorgersene. La vedete la differenza?